lunedì 4 marzo 2013

Il governo che verrà

          Le elezioni politiche del 24-25 febbraio scorsi hanno dato un risultato forse inatteso: inatteso per per l'exploit del Movimento5Stelle, inatteso per la clamorosa debacle del PD e inatteso per l'impressionante recupero del PdL. Per chi volesse leggere la mia analisi del voto, rimando a questo link.
Ma ora che le bocce sono ferme è il momento di iniziare a ragionare sulla fattibilità o meno del  prossimo governo. 
Il risultato del M5S al Senato spariglia un pò le carte così come il pessimo risultato della Lista Monti sulla quale Bersani sperava di poter contare. 
Insomma, se alla Camera il PD ha i numeri per ottenere la fiducia e quindi governare, al Senato la situazione è completamente compromessa visto che la fatidica soglia 158 è ben lontana dall'essere raggiunta. E allora come sbrogliare la matassa ?
Grillo e Casaleggio, i magnifici due del M5S, hanno già impartito i loro diktat ai neoeletti e cioè nessuna fiducia al primo ministro in pectore Bersani definito, dal comico genevose, un morto che parla. 
Troppo facile, troppo comodo votare solo i provvedimenti che fanno comodo ed esimersi dal votare una fiducia parlamentare quando si dispone di un terzo circa dei senatori.
Perchè Grillo gioca a questo gioco al massacro ? Lo può fare per due motivi: 1) alzare il più possibile il prezzo in fase di trattativa (ma il comico ha già dichiarato che i suoi non parteciperanno ad alcun mercato delle vacche); 2) non vuole accordarsi perchè spera che da qui a breve torneremo alle urne e che il suo movimento, lontano dagli inciuci di palazzo, consegua un risultato numericamente più consistente. 
Ma mi domando e vorrei che qualche grillino che mi legge mi rispodesse: 

è responsabile, nei confronti degli elettori e della nazione un atteggiamento simile ? Si va in parlamento per il bene della nazione, per gloria personale o semplicemente perchè non c'è di meglio da fare e uno stipendio da parlamentare è sempre una buona cosa ? 

          Mi piace escludere che i grillini siano in parlamento per sport e che siedano tra gli scranni parlamentare per senso di responsabilità. E allora ? Perchè non essere responsabili fino  in fondo e impegnarsi seriamente  nella formazione di un governo ?

Ad oggi 4 marzo le condizioni per un governo Bersani non ci sono. Molto probabilmente l'incarico che il leader PD riceverà sarà un mandato esplorativo durante il quale conterà chi è con lui e chi no per poi regolarsi se presentarsi alle Camere o rimettere tutto nella mani del presidente Napolitano. 
Io sono convinto che Bersani non andrà da nessuna parte e che la sua maggioranza non partorirà alcun governo. 
E allora che fare ? 
Dal mio punto di vista l'unica soluzione è un governo di scopo che abbia fissati sulla sua agenda pochi ma semplici punti su cui lavorare:
  1. Riforma della legge elettorale;
  2. Riduzione del numero dei parlamentari;
  3. Abolizione del finanziamento pubblico dei partiti;
  4. Riduzione dei costi della politica con tagli non solo agli emolumenti dei rappresentanti delle due camere ma anche taglio di tutti i privilegi auto blu comprese;
Considerato il caotico momento politico (figlio appunto della legge elettorale chiamata giustamente Porcellum) e il delicatissimo momento economico, sono  questi i punti essenziali su cui intervenire. 
Considerati i niet di Grillo e delo M5S, l'unico interlocutore, anzi gli unici interlocutori, rimangono il PdL e il manipolo di senatori eletti con il raggruppamento Monti. 
Come fare ? Bisogna varare un governo di unità nazionale, un governo responsabile che operi celermente e che riscriva le regole del gioco. Fatto questo si torna alle urne. E se davvero i punti che ho indicato vengono sviluppati in maniera intelligente, avremo finalmente un governo serio e credibile. Si credibile perchè la credibilità di una nazione e la capacità di attrarre investitori esteri non è soltanto dovuta a chi guida la nazione ma anche alla sua stabilità politica. Riflettete insieme a me: dal 1992 ad oggi si sono svolte la bellezza di sette, dico sette elezioni politiche. In 21 anni  ben sette elezioni, una media di una ogni 3 anni. E che credibilità internazionale possiamo avere se ogni 3 anni eleggiamo un nuovo  governo. 
In sostanza l'Italia, che si vanta di avere una democrazia compiuta, è più simile ad un governo dittatoriale sudamericano che non ad una nazione occidentale. Infatti, come per alcuni stati sudamericani, la stabilità politica qui da noi è un miraggio. E così come non si investe,  e anzi si ha interesse a far vacillare gli stati sudamericani, similmente si ha interesse a far vacillare l'Italia per poi ricomprarsela a quattro soldi. 

Agli amici del PD credo convenga muoversi in questa direzione non solo perchè esprimerebbero un loro leader come capo del governo ma anche perchè potrebbero eleggere, con le giuste concessioni agli eventuali futuri compagni di strada, un candidato gradito alla presidenza delle Repubblica. E a questa carica, in area PD, ambiscono in molti. 

Mi sembra un atteggiamento responsabile e fatto per il bene della nazione. 
Così è.....se vi pare 


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